Personaggi inverosimili, armi inventate,
combattimenti assurdi e un protagonista "immortale". Ma non sono
obbligatoriamente dei difetti, anzi. Questo, unito ad un tratto non
comune, quello dell'autore Hiroaki Samura, che spicca per la
dinamicità e lo stile molto graffiato, rendono questo manga unico nel
suo genere. Unite gli ingredienti e calateli nel periodo feudale
giapponese e vi ritroverete a leggere di un maestro di spada molto
ambizioso, tale Anotsu, che vuole unire tutti i dojo (luoghi in
cui venivano insegnate le arti marziali) del Giappone sotto un'unica
scuola, ovviamente la sua, usando ogni mezzo necessario. Per fare ciò
pesterà i piedi di molti interessati e causerà desideri di vendetta in
una ragazza di nome Rin che, per raggiungere il suo scopo, si
ritroverà ad inseguire il megalomane di turno aiutata da Manji,
un ronin (samurai senza padrone) reso immortale da un parassita che
rimargina le ferite. Fin qui nulla di così originale, no? Tuttavia, nel
dipanarsi della vicenda, vedrete quanto caratterizzati sono tutti i
personaggi che incontrerete, anche quelli che "durano" solo qualche
pagina. E intendo "caratterizzati" sotto tutti i punti di vista:
carattere, aspetto, armi, stile di combattimento. Oltretutto scoprirete
come essi non siano ne' totalmente buoni ne' cattivi.
L'autore metterà a nudo le loro motivazioni offrendo al lettore un
tutto-tondo che renderà difficile distinguere i classici schieramenti
"buoni-cattivi" e non sarà raro trovarsi a parteggiare per un
personaggio che all'inizio abbiamo magari odiato. La storia prevede un
alternarsi di vicende estremamente cruente e di altre romantiche e
spensierate. I colpi di scena non mancheranno e il disegno sarà sempre
all'altezza di ogni situazione. Qui molto dettagliato, li molto
dinamico. Si adeguerà ad ogni situazione non stancando mai il lettore.
Altri due aspetti molto importanti sono le armi e i protagonisti. Le
prime in alcuni casi sono completamente inventate in altri sono il
frutto di rivisitazioni originali di katane e altre armi realmente
esistite. In entrambe il lavoro dell'autore è stato ottimo ma quel che
più colpirà sarà che ad ogni arma corrisponderà un ben definito stile di
combattimento mirato a sfruttarne appieno le caratteristiche.
Per i protagonisti (Manji e Rin) l'autore spesso ha sottolineato
le loro debolezze e la crescita che si osserverà nel proseguire della
storia. Manji è tutt'altro che un perfetto spadaccino e spesso uscirà
vivo, anche se mal ridotto, da certe situazioni critiche più per la sua
capacità di improvvisare che non per la sua abilità di combattente.
Insomma, se Manji avesse un motto quello sarebbe: "il bisogno aguzza
l'ingegno". Ciò ha il pregio di non permettere mai al lettore di
prevedere quello che succederà o di pensare "si ma tanto lui è più forte
e ammazza tutti", cosa che spesso accade, purtroppo, in quasi tutti i
libri-film-manga.
Per quanto riguarda Rin, invece, il discorso è molto diverso. All'inizio
non sarà altro che una ragazzina non conscia del fatto che avrà a che
fare con samurai molto al di sopra delle sue capacità. Il momento
decisivo lo si osserva nel momento in cui si rende conto della realtà
dei fatti e da li in avanti sarà un lento crescere di abilità e di
carattere.
In definitiva "L'Immortale", come ho detto all'inizio, è un manga unico.
Originale sia nella caratterizzazione dei personaggi che nello stile di
disegno. La trama, che all'inizio non sembrerà nulla di speciale,
diventerà poi un vortice da cui il lettore si staccherà a fatica e
tutti, non ne dubito, odieranno l'autore per l'andamento a singhiozzo
delle uscite (unico difetto che, pur sforzandomi, riesco a trovare). Se
dovessi dare un voto? 9, per il difetto di cui sopra. Buona lettura.
nome: Teo aka "Luke" email :
alfonsone@inwind.it |