Kasumi è tornata nell'Hokkaido, la sua
terra natale, l'isola più a nord dell'arcipelago giapponese,
da dove un giorno, ragazza, è scappata via per cercare
un'altra vita a Tokyo. È tornata perché così ha voluto
Ishiyama, il suo amante, che ha comprato una casa
nell'Hokkaido per farne il loro rifugio segreto.
Una decisione folle, cui ne è seguita un'altra ancora più
assurda: inaugurare la casa tutti insieme per non dare
nell'occhio, Ishiyama con sua moglie Noriko, e lei in
compagnia di Michihiro, suo marito, e delle sue adorate
bambine, Rika e Yuka.
Così, ieri sera, in cucina, gli occhi di Kasumi hanno
incrociato per un istante quelli di Noriko, e Noriko, con uno
sguardo non di collera o di odio ma di semplice disprezzo, ha
avuto per la prima volta il coraggio di dire: «Kasumi, la
faccia finita».
E Kasumi ha desiderato davvero di farla finita, di abbandonare
tutto, marito, figlie, il lavoro, la casa di Tokyo, e di
andare a vivere con Ishiyama.
Alle due di notte, mentre Michihiro dormiva ignaro con la
bocca aperta, ha raggiunto la piccola stanza di fianco
all'ingresso, dove l'aspettava Ishiyama. Nell'oscurità ha
percepito l'odore del suo corpo, si è tolta i vestiti, si è
sdraiata sul materasso freddo e, palpando il corpo pieno
dell'amante, ha sentito che la catastrofe era prossima.
Ora, eccola, puntuale, la catastrofe: Kasumi si è appena
svegliata con addosso ancora l'odore di Ishiyama e Michihiro,
sconvolto, le sta dicendo che Yuka è scomparsa, svanita nel
nulla, sparita nel bosco intorno alla casa.
Kasumi non avverte collera, solo un'immensa, incontenibile
tristezza. Sa che la sua deriva è cominciata.
Romanzo che, con abilità quasi chirurgica, penetra nell'animo
di una donna per afferrarne il sentimento della colpa e
dell'espiazione, la natura del desiderio e dell'amore, la
percezione della vita e della morte, Morbide guance ci
restituisce tutto lo straordinario talento di Natsuo Kirino.
Illuminando la crepa, il vuoto di moralità di un'esistenza,
Natsuo Kirino porta alla luce, come in un flash, tutta la
verità nascosta della società giapponese contemporanea,
confermandosi come «l'unica vera voce innovativa della
letteratura giapponese degli ultimi venti anni» ( Daisuke
Hashimoto ).
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