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La
donna trappola |
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La copertina : |
La
donna trappola, tutte le tavole |
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Autore : Enki Bilal
> Editore : Rizzoli - Milano Libri
> Titolo originale : La femme piège
> Data : 1998
> Prezzo (di cop.) : 25.000 Lit
> ISBN : 88-17-81077-0 |
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Dopo i fatti raccontati ne
La
fiera degli immortali,
mentre Alcide Nikopol é ricoverato in una clinica psichiatrica,
facciamo conoscenza con la conturbante Jill Bioskop, una bellissima
ragazza dai capelli blu, e veniamo catapultati in un'Europa del
futuro, fra Londra, Parigi e Berlino, dove regnano nuove violenze,
nuove droghe, nuove passioni e nuovi intrighi.
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Enki
Bilal e la Donna Trappola (introduzione tratta dal volume, di
Giovanni Firmian e Enki Bilal) :
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Non è vero che ho «scoperto» la donna alla teneraetà di 35 anni, come qualcuno
ha voluto malignamente insinuare. La scrittrice polacca di «Les Phalanges de l'Ordre
Noir» non era forse un bellissimo personaggio femminile? Con te ho semplicemente girato la
prua, ho cambiato rotta. Ho voluto rompere con la forma narrativa classica e con il
taglio tradizionale della storia: troppi quadri, troppi fumetti, troppo dialogo. Non mi
piaceva più.
Ho limitato al massimo il linguaggio per arrivare a qualcosa di
esclusivamente visuale. Ma non ho abbandonato il tema della memoria collettiva che avevo
già trattato nei miei lavori precedenti. Nel 2025 troviamo, per esempio, la continuazione
delconflitto in Libano. Le mie preoccupazioni politiche le avevo già espresse in «Partie
de Chasse» e «Les Phalanges de l'Ordre
Noir». Oggi ho voluto riconsiderare tutto quello
che avevo detto prima e mi è venuta voglia di andare in un'altra direzione:verso la
donna.
E così che sei nata tu, Jill
Bioskop, la Donna
Trappola.
Lo ammetto, è la prima volta che una donna riveste un ruolo così essenziale in
una delle mie storie. Ce ne sono state altre di donne, forti e molto presenti, ma tutte un
po' lontane dal nostro mondoreale. Tu invece esisti, sei una donna di carne, non un
fantasma. Ti ho voluto autonoma e indipendente, anche se ti ho caricato di problemi, da
quello della droga, le palline rosse e gialle di HLV che prendi senza neanche sapere come
dosarle, a quello di una certa androginia da mutande che ho voluto sottolineare con i tuoi
capelli, le lacrime e i capezzoli blu.
Jill Bioskop, sei una donna di oggi ma,nello stesso tempo, lontana da noi perché
sei diversa. Se spesso ti mostro nuda è solo per metterti in un contesto di intimità.
Forse ho insistito un po' troppo sui tuoi rapporti ossessivi con le camere degli alberghi.
Ma stai tranquilla, vedrai che nelterzo volume della trilogia le cose cambieranno.Sai che
non mi piace ripetermi. |
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Sai
anche che è stato molto criticato l'inserimento nel
libro del numero di «Libération» del 1993 con il suo
titolo in prima pagina: «Oggi, il 3 Febbraio 2025
incontra il 14 Ottobre 1993». Io volevo che tu fossi
giornalista e per questo ti ho inventato lo «Script
Walker», la macchina che permette di tra smettere gli
articoli nel passato. Poi l'idea mi ha divertito e ho
voluto che il fenomeno si realizzasse davvero in un
altra forma che non fosse quella del fumetto.Dal momento che leggo
«Libé» tutti i giorni, non poteva essere che quello il giornale a cui erano destinati i
tuoi articoli dal futuro. Ma il bello è che io non c'entro per niente nella fattura di
quel giornale. Ci hanno pensato Serge July, il vero direttore di «Libération» della mia
epoca, e alcuni suoi redattori. Un lavoraccio, anche se l'idea di partenza era molto
semplice. Ma il risultato si vede, non lo trovi bellissimo? Tutti si sono realmente
infilati nei panni del giornalista che si trova sulla scrivania un articolo relativo a
fatti avvenuti nel 2025 e ognuno ha reagito a modo suo, secondo la
propria specializzazione e sensibilità.
Quel numero di giornale, datato
14 Ottobre 1993,
è completa mente autonomo rispetto alla tua storia. Forse i lettori si sentiranno
spaesati, ma la chiave di lettura della Donna Trappola si trova proprio
li.
E strano, proprio adesso mi è venuta una curiosità:chissà se la gente legge
«Libération» prima o dopo il mio racconto? Sono due anni che ti ho creato ma
come personaggio, lo stesso che prima avevo definito «di carne», non sei più tanto
presente. Ricordo invece benissimo come sono arrivato a te, un ricordo molto lineare del
percorso, molto più che del risultato. La fuga in avanti che tu significavi perme, i
contorni del tuo corpo, il tuo aspetto fisico, quelli ci sono sempre, è Jill Bioskop che
è invece diventata un'immagine un po' appannata. Devo dirti però che, come tutti gli
autori, una volta terminato l'album, penso subito a quello che farò dopo, nel tuo caso l'ultimo del ciclo cominciato con «La Foire aux
Immortels». La trama
l'ho scritta l'estate scorsa, nel deserto della Parigi di Agosto, ma non voglio dire
niente, neanche a te, è un miosegreto. Capisco che tu ti senta come a metà di unponte
senza sapere come sarà l'altra sponda, sa rebbe un tuo diritto saperlo, ma sono un po'
sadico e voglio lasciarti in ansia.
Quello che non mi sarei mai aspettato è
che tu, la Donna Trappola. diventassi una specie di «cult
cartoon», qualcosa come un «2001 Odissea nello Spazio» del
fumetto. Certo, quando ho finito la storia, speravo che
arrivasse al cuore dei lettori, ma non potevo immaginare che
qualcuno arrivasse addirittura a definirti «una pietra miliare
delle storie a strisce». |
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I miei vecchi racconti,
anche «La Foire aux
Immortels», erano di una fattura molto classica, avevo dato prova di
grande equilibrio anche se avevo dimostrato una certa audacia nell'immaginazione. Erano i
libri di un «saggio», libri che non turbavano, che forse sorprendevano, appunto per
l'immaginazione, per la trama e per i personaggi, ma non turbavano nessuno. Invece «La Donna Trappola» ha turbato, e mi sembra anchemolto. Abbiamo buttato un bel sasso
nello stagno,tu con la tua, la vogliamo chiamare così?, perversità e io con l'aver rotto
i ritmi classici della narrazione.
Abbiamo toccato la
sensibilità dei lettori. Con i tuoi enormi problemi, hai fatto capire a molti di trovarsi
nelle tue stesse condizioni. E io quei problemi li ho biecamente sfruttati in uno
sfasamento temporale, in un universo sconosciuto che, in realtà, è soltanto una
proiezione del nostro. Credo proprio, mia cara Jill, che le tue <malaises> siano le
stesse di molte ragazze di oggi, e anche di ragazzi, per questo ti ho voluto vagamente
androgina. E il tuo lato perturbatore, indefinito e inquietante che ha colpito i giovani.
Non puoi averlo visto perché è della mia epoca, ma nel 1987 c'è stato un film, «Betty
Blue», con un personaggio femminile che ti assomigliava molto. «Betty Blue»,
soprattutto in Francia, è diventato un «cult movie» e Béatrice Dalle, l'interprete, il
simbolo della generazione degli anni Novanta. Ho parlato di cinema perché, lo sai, ormai
cerco di dare alle mie creazioni un taglio cinematografico, lo hai visto anche nella tua
storia: disegni formato cinemascope, pochi, grandi, e tutti orizzontali. Credo proprio che
dopo aver lavorato con Alain Resnais alla scenografia di «La Vie est un Roman», mi sia
rimasta una gran voglia di fare un film tutto mio e con una protagonista dai capelli,
lacri me e capezzoli blu. Ma non aver paura, non sarà un rifacimento della Donna
Trappola. Devo essere davvero tagliato per fare del cinema. Molti sono convinti che io mi
sia ispirato a «Blade Runner» ma a nessuno è venuto in mente che «La Donna
Trappola» è uscita prima del film. Ridley Scott invece me l'ha detto tranquillamente,
ringrazian domi in un certo senso, di essersi ispirato per il suo film alla nostra storia.
E qui devo ammettere di non essere tanto originale: non occorre troppa fantasia per
immaginare come potrà essere una megalopoli fra qualche decina di anni. Mi fa invece
molto piacere che un regista in gamba come Scott si sia ispirato più alla mia
realizzazione artistica che non alla mia fantasia.
A me
non è mai interessato fare della fantascienza di «previsione», nel senso che non ho
voglia di sforzarmi di immaginare come sarà la nostra società fra trenta o cinquanta
anni. Come nella tua storia mi devo sentire completa mente libero sul piano del disegno e
del tutto slegato da qualsiasi obbligo di documentazione. Chiarito questo, posso rientrare
nel periodo storico che conosco meglio, il mio, con i suoi e i miei problemi e allora
posso tranquillamente raccontare una storia di oggi ambientandola nel 2025. E una libertà
che pago però. Un sacco di gente mi ha dato addosso, per esempio, per il modo in cui ho
descritto Berlino dicendo che era completamente sbagliato e volutamente falso. Il bello è
che io non ho voluto affatto descrivere Berlino, ma soltanto fare un esercizio di
immaginazione secondo il mio spirito di quel momento. Quando ho voluto davvero descrivere
Berlino come la vedevo, ho fatto un album e l'ho intitolato «Il Muro». Noi due abbiamo
fatto solo un bel viaggio. Ne faremo un altro insieme, ma sarà l'ultimo. Perchécon te?
Perché fra tutte le mie creature sei la più strana, la più vicina al mio carattere e la
più reale anche se sei l'unica che mi fa sognare.
A presto. |
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Per
le immagini : © Enki Bilal, © 1986 Dargaud,
© 1990 Les Humanoides Associés;
per
l'edizione italiana : © 1988
RCS Rizzoli Libri spa - Milano
©
1998 ALESSANDRO srl ;
per il testo tratto dal volume : © 1988 Giovanni Firmian , Enki Bilal
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Risoluzione
consigliata : 1024x768 ; colori : true color (32 bit) |
Ultima
modifica :
06/01/15 19.08.09 |
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