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Recensioni

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Dylan Dog :

> Cosa non ha funzionato,il fallimento della espostazione di Dylan Dog in Francia; di  Camilla Patruno 

 > n°9: Alfa e Omega, di Sclavi e Roi 

 > n°25: Morgana, di Sclavi e Stano 

 > n°27: Ti ho visto morire, di Ferrandino e Roi 

 > n°37: Jekyll !, di Sclavi e Roi 

 > n°49: Il mistero del Tamigi, di Chiaverotti e Roi 

 > n°58: La clessidra di pietra, di Chiaverotti e Roi 

 > n°66: Partita con la morte, di Chiaverotti e Roi 

 > n°74: Il lungo addio, di Sclavi e Ambrosini

 > n°84: ZED,
di Sclavi e Brindisi

 > n°92: Il mosaico 
dell'orrore,
di Chiaverotti e Roi 

 > n°177: Il discepolo, di Faraci e Saudelli 

 > n°184: I misteri di Venezia, di Ruju e Stano 

 > Gli Albi Giganti 

 > Dylan Dog presenta Groucho : 

- Tutte le copertine 
- Sotto il vestito
   troppo

 

Altre opere

Altri fumetti della Sergio Bonelli Editore

Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo Dylan Dog presenta Groucho 
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Nathan Never Dampyr

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Varie

Schede degli autori, articoli,saggi, links...

 

> Eroi di inchiostro. Antonio Serra racconta Nathan Never e Legs

> Mi chiamo Dylan Dog, vita e imprese di un playboy fifone

 

Links :

> Sergio Bonelli Editore, il sito ufficiale

> uBC Fumetti, tutti i personaggi Bonelli

 
 
 

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Fumetti Bonelli  Dylan Dog

Cosa non ha funzionato  

     
     

Il fallimento dell'esportazione di Dylan Dog in Francia

Si ringrazia l'editor Thomas Ragon per la preziosa collaborazione.

Il fenomeno editoriale degli anni ’80-’90 in Italia, un fiasco in Francia. Oltralpe il personaggio di carta che ha rivoluzionato il panorama del fumetto italiano, regalandogli un nuovo slancio per anni, non ha smosso di un centimetro i lettori.

Perché ? Che un Paese geograficamente vicino come la Francia sia in realtà ad anni luce di distanza culturale ? Cosa ha impedito che il nostro Dylan fosse apprezzato e compreso, Giuda Ballerino ?!

Eppure, che si trattasse di un grosso colpo i cugini francesi lo avevano capito subito : fenomeno di nicchia alla sua nascita nel 1986, la pubblicazione Bonelli impiega circa 4 anni a diventare un culto… e già nel 1990 Glenat ci si butta a pesce. Escono alcune storie raccolte in mattoni di circa 300 pagine, su carta di bassa qualità. La presentazione si voleva dunque popolare, abbordabile, ma non poteva contare su strategia peggiore : accanto a grandi formati colorati e curati, sugli scaffali delle librerie, specializzate e non, i tomi sgraziati facevano proprio la figura dei poveracci da edicola che cercavano di guadagnarsi un posto che non meritavano. La maquette poco studiata e una copertina che urlava vendetta completavano l’opera. Glenat, posandosi sui dati di vendita del nostro Paese, aveva contemporaneamente lanciato anche la diffusione del Buon Vecchio Zio Martin Mystère e dell’agente del futuro Nathan Never, finiti miseramente come l’indagatore dell’incubo.

Hors Collection rileva qualche tempo più tardi la sfida. Sceglie solo storie scritte da Tiziano Sclavi, tratte preferibilmente dai Giganti, visto che la continuity della serie principale se non si comincia col primo numero, benché non strettissima, é un po ardua da seguire. Compaiono dunque « Angoscia », « Falce di luna », « Il giorno del giudizio ». Difficile dire con quali criteri le storie siano state selezionate, a parte la firma rigorosamente del papà legittimo del personaggio. Troppo arduo far passare, senza avere la possibilità di spiegarlo altrove esaurientemente, il concetto che le avventure di un eroe possono essere raccontate e disegnate da più autori da un albo all’altro : concetto perfettamente acquisito dal pubblico italiano, dato anzi per scontato date le ovvie difficoltà tecniche di una pubblicazione mensile. Concetto estraneo ai lettori francesi, in paziente attesa del tomo seguente per 365 giorni, non 30. Troppo arduo far loro capire che da queste condizioni di realizzazione deriva la trascuratezza o anche solo la sveltezza di certe vignette quando non di intere tavole, troppe informazioni a lato che dovrebbero guidare la lettura di un occhio avvezzo ad altre cose, informazioni che ci si trovava nell’impossibiltà di fornire prima o durante l’apertura dell’albo da parte dell’acquirente francese.

Già di per sé, in un Esagono che consuma bande dessinée franco-belga, il bianco e nero é quanto di meno commerciale. Al massimo, puo fare lo chic intellettuale di un Hugo Pratt, di fronte al quale l’impressione di vecchio libro in saldo emanata dai blocchetti economici di Dylan Dog che occhieggiano dagli scaffali sembra una bestemmia, o perlomeno una presa per i fondelli.

Helyod, minuscolo editore presto scomparso, nello stesso periodo intuisce che forse il problema sta tutto li, e sforna Ken Parker a colori in formato francese. Teoricamente predestinata a subitanea morte, dato che si sa come il poetico ma atipico Ken é finito da noi, inaspettatamente la pubblicazione marcia con una certa dignità per 5-6 anni.

Oggi, un editore francese che volesse rilanciare l’eroe Bonelli conosce tutte le procedure che NON deve attuare. La soluzione potrebbe essere immettere Dylan sul mercato dell’Esagono con l’adeguata contestualizzazione, riproponendolo come pezzo di storia del fumetto europeo, come interessante fenomeno artistico che ha inanellato in un intero Paese conseguenze di portata socio-culturale, oltre a sostenere praticamente da solo la rinascita di un intero settore economico, quello del fumetto, da tempo insabbiato in una lenta agonia, nonché infine creatore di una nuova fetta di lettorato allora ignota al mercato delle immagini con le nuvolette : le ragazze. Insomma, stiamo parlando di Dylan ! Al momento pero, falliti i citati esperimenti, la Francia ha smesso di guardare alle serie bonelliane in questo modo, attirata piuttosto da quei talenti che negli schemi ormai alquanto irrigiditisi di via Buonarroti a Milano non riescono più ad esprimere le loro singole tendenze. Il che é un bene, per carità…

Pero peccato, Giuda Ballerino!

Articolo a cura di Camilla  Patruno

 

Per le immagini :©  Sergio Bonelli Editore


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Ultima modifica : 16/03/08 13.24.46

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