Home Page Interactive Ricerca
 
SONDAGGIO : L'opera preferita di Banana Yoshimoto

 

  Risultati
 
     
 
 

Recensioni

Lo spazio dedicato ai commenti e alle recensioni. Scrivi anche la tua.

 

> Piccolapulce  

> Tommaso  

> Moreno  

> NaozuMI86  

> Antonio  

> Smilza1  

> Francesca  

> Moguran 

> Valentina 

> Sara 

> Giulia 

 
 

Altre opere

Altri romanzi di
Banana Yoshimoto :

> Kitchen
> Sonno profondo
> Tsugumi
> N.P.
> Lucertola
> Amrita
> Sly
> L'ultima amante
    di Hachiko
> Honeymoon
> H/H (Hard boiled
   /Hard luck)
> La piccola 
    ombra
 
> Presagio 
    triste 

> Arcobaleno 

> Il corpo sa tutto
> L'abito di piume
> Ricordi di un vicolo cieco

> Il coperchio del mare
> Chie-chan
e io 

> Delfini
> Un viaggio
  chiamato vita

Interviste :
> del 28/2/98
> del 21/11/01
> del 29/11/01

> Note sull'autrice, bibliofìgrafia

> Banana Yoshimoto su Randy Taguchi, l'autrice di Presa elettrica

 

Varie

Schede degli autori, articoli,saggi, links...

 

> Tsugumi,  nella bella recensione a cura di S@r@ 

> Banana Yoshimoto, scorcio di cultura
giapponese;

biografia, stile e temi
nell'articolo di
Silvia

 

Links :

> Feltrinelli , il sito ufficiale dell'editore italiano

> Melancholia, Banana Yoshimoto Page , un sito amatoriale con molte informazioni

 
 
 

Torna SU

 

 

Scrittrici giapponesi  Banana Yoshimoto

Chie-chan e io  

     
     
 

La copertina :


Autore : Banana Yoshimoto
Titolo originale : Chiechan to watashi
Editore giapponese : Rockin'on Inc, 2007
Editore italiano : Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 6/2008
Traduzione:
Alessandro Giovanni Gerevini
Collana: I Canguri
Pagine: 144
Prezzo: Euro 10
(ISBN: 978-88-07-70196-2)

 

Una breve introduzione :

Kaori è una quarantenne single che lavora nel settore dell’importazione di abiti, accessori e articoli griffati dall’Italia. Viaggia spesso per lavoro, per acquistare la merce da rivendere nel negozio di una zia. Avendo vissuto per un certo periodo in Italia parla molto bene la nostra lingua. Sua cugina Chie è una ragazza sui trentacinque anni, estremamente silenziosa e introversa, che dopo la morte della madre si è trasferita a vivere da Kaori. Fra le due si è instaurato un rapporto di amicizia molto profondo. Sarà un segreto nella vita dell’una e un amore nella vita dell’altra a scombussolare la serenità della loro esistenza in comune, portando Chie a fare i conti con il proprio passato e mettendo Kaori di fronte ad una scelta dolorosa.
Oltre ai temi fondamentali dell’universo della scrittrice giapponese – l’amicizia, gli affetti, la vita e la morte – in quest’ultimo romanzo Banana Yoshimoto ha dedicato molto spazio al suo amore per l’Italia: “L’ho scritto mettendoci dentro tutte le emozioni che provo nei confronti del vostro paese”.
 

Come inizia :

È accaduto d’estate. Chie-chan, la mia compagna d’appartamento, aspettando che scattasse il semaforo si era sporta un po’ dal marciapiede. Una moto imboccò la curva a tutta velocità e lei, per schivarla, fu investita da una macchina e subito dopo trasportata in ospedale con un’ambulanza.
Mi chiedo adesso se non sia stato allora che qualcosa cominciò a muoversi.
Le cose che ci sembrano uguali e stabili in realtà scorrono in modo impercettibile e si modificano, lasciando sempre intravedere qua e là dei segnali. Come in un caleidoscopio, basta il più piccolo movimento e il mondo si trasforma rapidamente.
Può sembrare che il cambiamento non sia stato importante, ma se ci si volta indietro di colpo, il paesaggio di prima si è già dissolto e non lo si può più ritrovare. È un processo che si ripete all’infinito. Così il mondo può espandersi senza limiti, e di questo movimento si possono anche cogliere i segnali.

In quel momento ero in un ristorante italiano e stavo bevendo uno squisito champagne ghiacciato. Scendeva la sera, e avevano appena cominciato ad accendere delle bellissime luci.
Naturalmente avevo il cellulare spento, ma mentre ero in bagno, colta da un presentimento improvviso, lo accesi. Il display segnalava un messaggio vocale. Ascoltai: era la voce di Chie-chan che diceva: “Sono stata investita da un’auto e mi trovo al pronto soccorso dell’Ospedale di N, nell’ala est”.
Ne fui sconvolta al punto che per un attimo tutto si annebbiò, poi mi resi conto che, se parlava con un tono di voce così normale, non era certo in pericolo di vita. Allora, un po’ più calma, tornai al mio tavolo. Ma ero ancora talmente scossa da non riuscire a riordinare i pensieri.
Da un momento all’altro mi avrebbero servito il mio piatto. Ero ospite di altre persone, la cena non era ancora iniziata ed eravamo nel pieno della conversazione. Potevo andarmene così?
Per un istante esitai. Odiai me stessa per questo, ma esitai. Mi dissi: E se facessi finta di non aver sentito il messaggio, solo per queste due ore?
Però, pensai, se rimanessi qui fino alla fine della cena, in che stato d’animo mangerei? Avrei la sensazione di masticare sabbia, sarei sempre più nervosa, impaziente di finire.
Pensai che ogni boccone avrebbe perso il suo sapore, come il cibo delle veglie funebri.
Se invece mi fossi imposta di non pensarci, e avessi scelto di mangiare con calma, gustando la cena, sarei stata male dopo. Se trascinata dalla situazione mi fossi comportata così, sentivo che poi, nel ripensare a quel momento, avrei disprezzato me stessa per essere restata lì a mangiare con piacere. Ero sicura che mi ci sarebbero voluti anni per superare quel senso di colpa.
Sebbene fossi sconvolta, avvertivo che quella sensazione era molto simile a un’altra. Ma a quale? E frugando dentro di me capii: era come quando, spinti da un impulso, si tradisce. Forse le sensazioni erano simili perché entrambe legate al desiderio. Pensai che la forza dei cibi appetitosi era molto più potente di quanto immaginassi, ed era il tipo di tentazione a cui le persone oggi soccombono con maggiore facilità.
Per fortuna non era una cena a due, e questo mi rese più semplice allontanarmi. Spiegai la situazione agli altri tre, fra cui un’amica di mia zia (che è anche il mio capo), e mi profusi in scuse. Chiesi scusa anche al padrone del ristorante che, premurosamente, insisté perché mangiassi almeno un boccone prima di andarmene. Subito mi portarono delle tartine. Le mangiucchiai in fretta, mandai giù ancora un sorso di champagne, e andai via.
Fino al momento di uscire, sentendomi in imbarazzo, avevo agito in modo incerto, ma appena misi piede fuori dal ristorante mi congratulai con me stessa per la decisione presa.
In strada si respirava l’aria calda di una sera di piena estate.
Fermai un taxi e vi salii al volo.

In quell’occasione ho potuto scorgere, almeno in parte, la vera natura del desiderio.
Vivendo, nei momenti più impensati si trovano le risposte più impensate. Scoprirle è così interessante che varrebbe la pena di vivere solo per questo. Se non ci fosse stato quel momento, l’esistenza del desiderio dentro di me si sarebbe dissolta nel vortice dei pensieri, uno fra tanti.
Già da tempo avevo cominciato a intuirlo, ma finalmente capii il fatto incredibile che qualunque tipo di desiderio – la voglia di fare l’amore, di mangiare, di dormire, di denaro, di salute, di bellezza – se viene controllato al suo primo manifestarsi può essere tenuto a bada facilmente. Tuttavia quell’impulso iniziale è molto forte, abilmente forgiato dalla natura in modo che le persone non riescano, istintivamente, a resistervi. È uno stratagemma nato per la sopravvivenza, e che oggi risponde ad altre esigenze più difficili da comprendere.
Lo capii perché, dopo aver preso il taxi, non erano passati neanche due minuti che quel desiderio, fino a poco prima così chiaro e irresistibile che mi aveva trascinato con tanta forza, era, incredibilmente, del tutto svanito. Come non fosse mai esistito. Al suo posto c’era in me solo la voglia di arrivare prima possibile da Chie-chan.
Meno male, il desiderio si è allontanato da me, pensai mentre la forte aria condizionata nel taxi mi asciugava il sudore […]

© 2007 by Banana Yoshimoto - Rockin'on Inc, 2007
© 2008 Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano


Risoluzione consigliata : 1024x768 ; colori : true color (32 bit)
Ultima modifica : 08/02/09 15.59.48

Tutto il materiale (immagini, testi, marchi) qui riprodotti hanno il solo scopo di recensione / divulgazione e non si intendono quindi  ledere i diritti di © dei legittimi proprietari, autori ed editori.


Hai letto questo saggio ? Invia la tua recensione o i tuoi commenti; saranno inseriti in questa pagina.