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> Banana Yoshimoto, scorcio di cultura
giapponese;

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nell'articolo di
Silvia

 

Links :

> Feltrinelli , il sito ufficiale dell'editore italiano

> Melancholia, Banana Yoshimoto Page , un sito amatoriale con molte informazioni

 
 
 

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Scrittrici giapponesi  Banana Yoshimoto

Honeymoon  

     
     
 

La copertina :

banana_honeymoon_cop.jpg (30232 bytes)


Titolo originale : Hanemun 
 
Traduzione dal giapponese di Giorgio Amitrano , 2000, 112 p., Lit. 20000, 
"I Canguri" , Feltrinelli 
(ISBN: 88-07-70117-0)
 

 

Come inizia :

Sin da piccola ho sempre amato il giardino di casa mia. Non era particolarmente grande, ma in rapporto alle dimensioni della casa ricopriva una superficie abbastanza ampia.
Mia madre era appassionata di giardinaggio, così c'erano svariate piante dai frutti commestibili, pietre ornamentali disposte in forme complicate, e alberi che davano fiori in ogni stagione. Perciò il giardino aveva diverse facce.
E in quel piccolo mondo c'erano molti posti dove potevo sentirmi a mio agio. Il giardino mi era molto caro, e da bambina mi sedevo o mi stendevo direttamente per terra con tutti i vestiti. Poi, diventata grande, quando avevo il tempo di sedermi in giardino, portavo sempre con me una stuoia da mettere sotto e qualcosa da bere. Stai lì senza fare niente eppure non ti annoi, si stupivano mia madre, mio padre e Hiroshi, e io davvero non mi annoiavo: guardavo il cielo così vasto, poi il muschio e le formiche ai miei piedi, e quando tornavo di nuovo a guardare il cielo, il suo colore e la posizione delle nuvole erano cambiati. Osservavo per un po' queste impercettibili trasformazioni del mondo, poi guardavo la luce che colpiva la mia mano, e in questo modo il tempo passava a una velocità impressionante.
A forza di guardare nel corso degli anni sempre lo stesso paesaggio, ogni tanto quando ero lì mi capitava di non sapere più che età avevo. Seduta con la schiena appoggiata a una roccia, alzavo lo sguardo verso il cielo, i grandi rami e le foglie, e poi lo posavo sulle formiche, i ciottoli, la terra. Così facendo finivo col perdere anche il senso delle mie dimensioni fisiche, e questo mi dava una grande felicità. A volte, quando mia madre tornava dalla spesa e mio padre rientrava dal lavoro prima del solito, mi trovavano in giardino. I miei genitori sapevano per esperienza che quando il tempo era bello non mi piaceva stare in camera. Nelle belle giornate ero già una parte del giardino. Entrando dal cancello, mi salutavano senza nessuna sorpresa.
A volte veniva anche Hiroshi. Ma lui non entrava mai dal cancello. Scavalcava la palizzata di bambù. Siccome non ci vedeva molto bene, mi guardava sempre con un'espressione incerta, socchiudendo gli occhi per essere sicuro che fossi io. Sorridevo. Anche lui sorrideva. Tutta la nostra storia, da quando ci eravamo incontrati la prima volta, dall'infanzia fino all'età adulta, è scritta in quel sorriso. Quando si fa la stessa cosa per molto tempo, si crea una strana profondità. I nostri sorrisi ne sono un perfetto esempio. In un attimo siamo attraversati da una comunicazione così profonda che è impossibile immaginare qualcosa di più nuovo e più bello.
Quando questo accade, mi sembra davvero di trovarmi in un luogo senza pareti e senza soffitto. Noi, abbandonati da tutto, incluso lo scorrere del tempo, soli al mondo, ci guardiamo negli occhi. Mi sembra di sentire una musica, di aspirare il fresco odore dell'erba. Solo i sensi, solo i nostri spiriti, in questo mondo senza pareti, sotto questo cielo immenso, si confrontano. Senza età, senza distinzione di sesso, con una sensazione di solitudine, ma di grande spazio.
Quando, dovunque io sia, vengo presa dall'inquietudine, nel mio spirito ritorno al giardino. Il giardino è il punto dal quale sono partite le mie sensazioni, lo spazio, eternamente immutabile, dove trovo la misura delle cose.
 

Una breve introduzione :

Manaka, ventitré anni, è cresciuta in una casa circondata da un grande giardino, a pochi passi dalla casa di Hiroshi che, dopo essere stato il compagno di giochi dell'infanzia e l'amico intimo dell'adolescenza, è diventato suo marito. La loro vita sembra procedere senza scosse fino alla morte del nonno di Hiroshi con cui il ragazzo ha sempre vissuto, dopo essere stato lasciato da entrambi i genitori che avevano deciso di entrare a far parte di una setta religiosa in America. Nel mettere a posto la casa del nonno, emergono particolari che gettano una luce sinistra sullo spirito della setta e che spiegano le angosce da cui Hiroshi è talvolta sovrastato. Per cercare di ritrovare serenità, i due giovani partono per una seconda luna di miele alla volta dell'Australia, dove la madre di Manaka vive da anni dopo aver abbandonato il padre e la figlia. In occasione dell'incontro, la madre spiega alla figlia il motivo della sua fuga: l'innamoramento del marito per un'altra donna. In questa atmosfera di rivelazioni intime, anche Hiroshi riuscirà a raccontare la propria tragedia: il suicidio dei genitori e di tutta la loro setta, dopo la scoperta da parte delle autorità che all'interno della comunità religiosa si svolgevano degli omicidi rituali.
Honeymoon ripropone temi già noti ai lettori di Banana, la famiglia allargata, le nuove religioni, il suicidio, la morte delle persone care, ma aggiunge anche una nota diversa alla produzione della scrittrice: qui si concentra su pochissimi personaggi e, anche quando la scena si sposta altrove, la vita continua a svolgersi dentro il cerchio magico di un rapporto di coppia che ha come centro il microcosmo incantato del giardino. Il male riesce a insinuarsi in questo tranquillo ecosistema che ha solo una fragile palizzata di bambù a difenderlo dalle brutture del mondo, ma i protagonisti riescono anche a liberarsene.

 

© 1997 by Banana Yoshimoto 
© Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano


Risoluzione consigliata : 1024x768 ; colori : true color (32 bit)
Ultima modifica : 14/03/08 20.20.33

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